Da mesi, contestualmente al periodo caratterizzato dal Covid-19 si parla di un’esplosione esponenziale del e-commerce.
Questo è ovviamente vero ma, nel rapporto globale sull’andamento e-commerce, rientrano alcuni settori che per anni hanno trascinato al rialzo e che, causa pandemia, hanno visto i loro proventi quasi azzerati. Tale fenomeno ha quindi impattato sul totale del settore e-commerce.
L’anno 2020, seppur con un sostanziale pareggio in termini di volumi totali rappresenta un importante momento di transizione per il mercato italiano. Molte persone, prima restie all’acquisto online si sono avvicinate al settore e ne hanno scoperto la facilità, la comodità, la convenienza e la sicurezza. Questo è quindi il risultato più importante per il settore e-commerce e per chi ha investito in tale canale. La crescita del bacino di utenti, ancor prima della crescita dei volumi è la base per il futuro. E’ la garanzia di poter contare su una platea ampia per il futuro.
Oggi la vendita online non può più essere relegata ad uno “sfizio”, ad un canale che deve vivere ed alimentarsi di vita propria. Quel canale di vendita al quale spesso si declina la persona, all’interno del personale, che è meno occupata in altre faccende. Cresce la consapevolezza che tale canale necessita, come altri, di personale competente, di formazione e di investimenti.
Analizzando alcuni numeri, troviamo numerosi valori che vanno a consolidare il trend degli ultimi anni.
L’accesso ad internet avviene da mobile per il 55,7% degli utenti, il 41,46% da desktop e solo il 2,81% da tablet. Numeri che confermano la direzione intrapresa da Google per l’indicizzazione dei siti web ovvero, mobile-first anche per l’analisi dei contenuti.
Per capire meglio l’impatto del Covid, cercando di interpretare i numeri in ottica futura è interessante sapere che per le aziende, il canale e-commerce rappresentava oltre il 30% delle vendite. Durante il periodo Covid, le vendite online hanno raggiunto il 65%.
A livello europeo le vendite sono cresciute di circa 67 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. Crescono molto i settori Alimentare e salute, Moda e Casa Arredamento. Il fatturato medio per un utente Europeo è di 782€ contro i 674€ dell’utente Italiano.
In Italia, uno spunto interessante arriva dal numero di attività chiuse e aperte. Le attività fisiche hanno visto una contrazione del 11,3%. In contrapposizione a tale valore c’è una crescita del 50% di nuove imprese registrate con codice ATECO 47.91.1 ovvero, aziende del commercio online. Tra le piccole e media imprese la crescita della vendita online (su propria piattaforma o tramite marketplace o social e-commerce) la crescita è stata del 17,2%. In molti quindi hanno abbandonato precedenti pregiudizi ed inserito il nuovo canale di vendita tra quelli a loro disposizione.
Parlando di tecnologia e più specificatamente di sistemi software a supporto delle aziende per la transizione e consolidamento della vendita online, la situazione è la seguente.
WooCommerce, plugin e-commerce di WordPress resta il sistema e-commerce più diffuso con una quota di mercato del 28%. Crescono molto Squarespace (18%) e Shopify (11%) con quest’ultima che vince la medaglia di maggior crescita sul mercato globale (+2%).
Se da un lato queste piattaforme mantengono le posizioni ed in alcuni casi vedono crescere la quota di mercato, dall’altro lato c’è chi cede quote di mercato (ovviamente). Tra queste Magento per anni leader del settore da tempo vede decrescere la quota di e-commerce implementati con la propria tecnologia.
Ricordiamo inoltre che, specialmente nel mercato italiano, permane una quota importante di e-commerce sviluppati ad-hoc. Un terzo degli e-commerce italiani sono implementati su software proprietari o su soluzioni custom.
I mesi e gli anni che abbiamo davanti devono rappresentare un momento di sviluppo ed investimenti nei canali online per le aziende. Tergiversare od aspettare può rappresentare, metaforicamente, veder passare l’ultimo treno disponibile. Anche alla luce degli importanti investimenti ed agevolazioni che in futuro verranno erogati alle aziende per favorire il passaggio al digitale.