Mi capita spesso, girando per le aziende, di attraversare aree produttive accompagnato dal personale interno con il quale mi trovo a discutere di progetti web.
Durante questi percorsi, da progettista di interfacce, noto ed osservo da un punto di vista grafico e funzionale quello che mi circonda. Quello che vedo sempre con maggior frequenza è un proliferare di display, monitor ed altro che vengono posizionati nei luoghi più disparati per trasmettere informazioni agli addetti dei reparti.
Le persone, vedendomi spesso fermo ad osservare mi spiegano, giustamente orgogliosi dello sviluppo tecnologico della loro azienda, lo scopo dell’applicazione ed i dati visualizzati. Mi spiegano inoltre che, grazie all’industria 4.0 (MES) hanno potuto informatizzare alcuni processi dando poi visibilità agli addetti affinché venga applicato un monitoraggio d’insieme della produzione.
Fin qui, tutto bene.
Da qui, inizia invece l’analisi funzionale di quello che osservo. Generalmente in questa fase faccio alcune domande, essenzialmente perché curioso di capire. E, purtroppo, quello che penso sia il dato visualizzato sul display, spesso non corrisponde alla realtà. La discussione allora si sposta sull’aspetto di lettura dei dati e di interpretazione di quello che si vede. E, mio malgrado, mi trovo (quasi) sempre ad osservare, in modo critico/costruttivo cose che vengono confermate dalle persone.
Senza dilungarmi oltre, quello che c’è in molte realtà industriali sono ottimi software che finalmente visualizzano dati in tempo reale, necessari per leggere, interpretare ed agire. Ma, ahimè, racchiusi in interfacce grafiche incomprensibili.
Incomprensibili anche alle persone che li guardano tutti i giorni che, come spesso mi è capitato, non ricordano nemmeno cosa sono tutti i dati visualizzati.
Arrivo ad un esempio reale, di qualche giorno fa. Ovviamente non cito l’azienda che, fortunatamente, si è resa conto del problema.
Guardate l’immagine seguente: la prima cosa da dire è che il monitor si trova ad un’altezza di circa 4mt. Il punto di osservazione più vicino è di 3mt. Abbiamo identificato il primo problema: come è possibile leggere i numeri riportati? Alcuni di questi sono oltretutto importanti per la produzione.
Chiedo ad alcune persone se riescono a leggere scoprendo che 2 addetti, con problemi di vista, non leggono nulla. Tutto ai loro occhi risulta sfuocato.
E qui, il secondo problema: perché usare colori chiari come il verde ed il giallo (su sfondo bianco) per alcune scritte?
Ultima ma non ultima, la rappresentazione dei dati: incomprensibile. Quello che invece sembra essere normale (macchine di lavoro nei colori rosso, giallo e verde), scopro invece che nasconde una sorpresa: lo stato rosso, non indica solo un fermo, ma anche un altro stato della macchina che non corrisponde ad un fermo per guasto od altro. Alla domanda: perché rosso? La risposta è stata: in effetti crea confusione.
Potrei proseguire con numerosi altri casi, il concetto che vorrei far passare è l’importanza di rappresentare i dati nella forma più coerente e comprensibile alle persone che li devono leggere! Il rischio futuro è di trovarci centinaia di reparti di produzione pieni di display fini a sé stessi e non utilizzati dalle persone perché, tutto ciò che genera difficoltà (lettura e comprensione in questo caso) viene umanamente abbandonato.
Consiglio: prima di prendere dati su dati e “spararli” a video, ripartiamo dalle persone che devono lavorare con quei dati, prendere decisioni, intervenire. Facciamo vedere solo quello che serve, in modo comprensibile a tutti.